CONSIGLI PER GLI ACQUISTI
- Tutto ciò che c'è da ascoltare, riascoltare e acquistare nel "Pianeta Musica" -
Per noi poveri appassionati di musica (una volta ci chiamavano viniledipendenti) i negozi di dischi sono ormai diventati luoghi di espiazione per i nostri peccati. Perchè ? Perchè i CD, maledizione, costano troppo, ed allora siamo costretti ad aggirarci tra gli scaffali cercando di selezionare il più possibile gli acquisti, e sperando, nello stesso tempo, di non prendere una "sòla". Usciamo con i nostri striminziti acquisti mai soddisfatti, perchè abbiamo lasciato dentro altrettanti dischi che ci sarebbe piaciuto acquistare, ma il soldo scarseggia e allora...
C'è poi la volta che, stufi di tutte queste restrizioni, ci prende il raptus e ci lasciamo andare ad acquisti incontrollati; arraffiamo tutto quello che per troppo tempo abbiamo agognato, ma anche stavolta, appena tornati in noi, ci assale un senso di frustrazione per tutti i soldi spesi e con i quali avremmo potuto comprare chissà quante altre cose.
Insomma, signori discografici, fate qualcosa, per il nostro portafoglio innanzitutto, ma anche per il nostro sistema nervoso sempre sotto stress... i dischi devono costare meno, maledette case discografiche, per noi sono come il pane, senza voler trovare scuse culturali, cercate di capirlo.
Eccoci allora anche stavolta al solito spira spira; vedo nella sezione colonne sonore due CD niente male. Il primo è la colonna sonora di "Dead man walking", una bella raccolta di pezzi acustici incisi per l'occasione sotto la supervisione di Ry Cooder. C'è Bruce Springsteen con un pezzo che prosegue il discorso del suo ultimo disco; ci sono Johnny Cash, Lyle Lovett, Suzanne Vega, Steve Earle, Michelle Shocked, che non possono che essere a loro agio in questo ambito acustico; ci sono due belle ballate di Tom Waits; c'è un grande pezzo di Patti Smith, accompagnata dalla chitarra di Tom Verlaine, che ci riporta ai magici momenti dei suoi primi dischi; ma ci sono soprattutto due magistrali duetti tra Eddie Veder, cantante dei Pearl Jam, ed il pakistano Nusrat Fateh Ali Khan, in cui succede uno di quei miracoli che spesso solo la musica riesce a fare: si fondono alla perfezione due culture, due modi di intendere la musica, ma anche la vita, in modo diametralmente opposto. E se ancora non conoscete quest'ultimo, principale interprete della musica Qawwali, correte assolutamente a cercare uno qualsiasi dei suoi dischi incisi per la Real World; chissà che anche voi non cadiate in quella specie di trance che accomuna interpreti e pubblico durante i suoi concerti.
L'altra colonna sonora è quella di "Blue in the face", dove possiamo avere un assaggio dei molteplici ritmi e tendenze che pulsano nel cuore di New York, o, forse più precisamente, di Brooklyn, dove si svolge il film. A tal proposito è illuminante uno dei due nuovi pezzi di David Byrne qui contenuti; nei quasi dieci minuti di "Happy suicide" si passano in rassegna tutti i ritmi possibili e immaginabili. Per il resto basta passare in rassegna la variegata lista degli interpreti per capire dove andremo a cascare: dai Soul Coughin a Lou Reed, con una anteprima del suo nuovo lavoro, dai La Casa ad Astor Piazzolla, da Paula Cole agli Spearhead in compagnia delle Zap Mama.
Spostiamoci al reparto world music, sempre più in espansione, dove fà bella mostra di sé una nuova uscita della benemerita Real World, etichetta di Peter Gabriel. Si tratta di "Mraya" del musicista algerino ABDEL ALI SLIMANI; trapiantato a Londra, è stato contattato da Jah Wobble, che gli ha prodotto questo CD in cui sono naturalmente predominanti le atmosfere della musica rai algerina, ma in cui vengono spesso a galla molte contaminazioni con la musica occidentale. Disco scoppiettante e malinconico allo stesso tempo. Consigliatissimo a chi è disposto a scoprire nuovi orizzonti.
Accanto, all'inizio del reparto jazz (o non sarà la fine di quello world ?), ci sono due dischi curiosi, di due virtuosi della fisarmonica. Il primo è "Laurita" di RICHARD GALLIANO; fisarmonicista francese che sempre più si è spinto, forse per la scarsa disponibilità di pezzi prettamente jazzistici per il suo strumento, verso pezzi più "leggeri" rivisti naturalmente con l'orecchio del jazzista. Ecco allora, accanto a bei pezzi scritti di proprio pugno, gli omaggi al maestro Piazzolla e a Serge Gainsbourg: suono coinvolgente ed emozionante.
RICCARDO TESI è invece un jazzista di casa nostra (è pistoiese); se però ha voluto far uscire questo disco é dovuto andare a missarlo in Belgio ed a farselo stampare in Francia; il colmo è poi che la musica contenuta in questo "Un ballo liscio", come traspare dal titolo, è quanto di più italiano ci possa essere. Il libriccino accluso al CD recita: "Nell'immaginario degli italiani ballo liscio è sinonimo di ballo popolare...a tale popolarità, così antica da essere addirittura confusa con il folklore, corrisponde però un'immagine riduttiva e stereotipata; inoltre l'ideologia ed i valori extramusicali attualmente veicolati dal liscio gli conferiscono nell'ambito della cultura ufficiale ed in particolare giovanile, una connotazione negativa che tende spesso a bollarlo come kitsch, nostalgico e di cattivo gusto. Un'analisi più approfondita della storia e delle sue varianti regionali ci pone invece di fronte ad un fenomeno ampio ed articolato. Per un musicista che normalmente opera in contesti diversi e spesso antagonisti al liscio, confrontarsi con un patrimonio così strutturato e caratterizzato, ha significato operare in più direzioni... affrancato dallo stereotipo il liscio rivela aspetti musicali seducenti: la bellezza delle melodie, il virtuosismo strumentale accompagnato al gusto per elaborare variazioni, combinazioni timbriche suggestive ed un modo tutto particolare di pronuncia del suono e di articolazione delle frasi. Ma soprattutto, è affascinante la sua permeabilità nei confronti degli stili con i quali ha interagito e la sua capacità di rinnovarsi, di integrare le novità, rimanendo sempre uguale a se stesso e continuando a svolgere quella che è la sua funzione principale: il ballo". Bene, il progetto mi sembra chiaro, il risultato, dopo aver ascoltato il disco, ottimo e convincente: se volete provare a scoprire che anche in "Romagna mia" c'è del buono, fatevi tentare da Riccardo Tesi.
Nel reparto Italia ecco il nuovo C.S.I.: diciamo subito che "Linea Gotica" è un grande disco; potrebbe forse apparire un po' ostico per quella musica non proprio scorrevolissima e per quei testi che richiedono un ascolto attento per essere apprezzati a pieno, forse scomodi e con parole che colpiscono come sassi, ma, signori, non è forse così la realtà che ci circonda?
Eccoci di fronte al reparto cofanetti, croce e delizia di noi tutti; se infatti sempre più sono le uscite interessanti, dall'altra c'è, qui più che mai, il problema prezzo. Ecco le nuove uscite della Charly, una serie di incisioni storiche della Sun Records raccolte in cofanetti quadrupli, dedicati a personaggi che non hanno certo bisogno di presentazione, tanto influenti sono stati nello sviluppo musicale di questi ultimi decenni: i nomi ? CHUCK BERRY ("The poet of rock'n'roll"), JERRY LEE LEWIS ("Sun classics"), MUDDY WATERS ("The King of Chicago blues"); JOHN LEE HOOKER ("The boogie man"); ogni cofanetto contiene un centinaio di pezzi ed è corredato di un libretto dettagliatissimo con notizie su ogni pezzo e sui musicisti. Servono altri commenti?
Altri cofanetti interessantissimi sono quelli dedicati ai principali interpreti della musica brasiliana, che riconciliano con questo genere anche gli scettici, come il sottoscritto, che non avevano mai digerito completamente i ritmi "brasileiri". I cofanetti in questione sono dedicati a GAL COSTA ("Gal"), il mio preferito; a CAETANO VELOSO, anche questo molto bello ed a ANTON