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Ma quale Kim Basinger, ma quale Joe Cocker, ma che "9 settimane e mezzo", con il suo finto sesso patinato da catechismo ; "Santanico Pandemonium" (Salma Hayek se proprio volete) è la nostra nuova eroina, il "Titty Twister Bar" è il nostro nuovo locale preferito ; oddio "Dall’alba al tramonto" non è proprio il nostro film, perché nel complesso non si può dire che sia proprio riuscito benissimo, anche se ci sono comunque tantissime grandi trovate, magari non sempre sviluppate al meglio ; ma soprattutto c’è lei, come dicevo, nella scena clou che da sola vale tutto il film : un ballo sui tavoli appiccicosi di whiskey e tequila del "Titty Twister", con al collo un serpentone, accompagnata da un lentaccio che segue i movimenti sinuosi del suo corpo, e noi tutti vorremmo essere al posto di Tarantino a bere il whiskey che scivola giù per la sua gamba. Grande colonna sonora, come sempre quando c’è lo zampino di Tarantino ; questa è la nostra musica, chitarre sempre protagoniste, ora indiavolate a tutto fuoco, ora con note strascicate a colorare bluesacci o lenti ; tutto il disco trasuda sudore e sesso ; ascoltate per esempio gli intermezzi parlati. Sono della partita ZZ TOP, JIMMIE VAUGHAN, STEVIE RAY VAUGHAN, THE MAVERICKS, THE BLASTERS e TITO & TARANTULA ; e proprio quest’ultimi sono la sorpresa più gradita (degli altri d’altronde non c’è ormai molto da scoprire). Già apparsi in "Desperado", precedente fatica di Rodriguez, con tre bei pezzi, Tito & Tarantula si confermano grandi anche in questa occasione, loro è "After dark", il pezzo di cui dicevo sopra, oltre ad una selvaggia cavalcata al ritmo di una chitarra impazzita. Sono guidati da Tito Larriva, qualcuno se lo ricorda alla guida dei Cruzados ? Intendiamoci, il loro suono è di grana grossa, ma una bella sudata ed il divertimento sono assicurati ; aspettiamo con impazienza una auspicabile uscita discografica a loro nome.
Se anche a voi piace questo tipo di suono, probabilmente apprezzerete anche il nuovo CD di CALVIN RUSSELL, texano dal volto scavato dalle peripezie della vita, giunto, con questo disco che porta per titolo il suo nome alla sesta uscita, senza, per la verità, riuscire ad uscire dal quasi anonimato. Ciò non significa che il nostro non meriti attenzione, anzi; Jim Dickinson alla produzione gli piazza alle spalle una granitica sezione ritmica e la grande chitarra di Chuck Prophet (ricordate il biondo chitarrista dei Green on Red ?) ed il buon Calvin va a nozze, mischiando rock, blues, un pizzico di country e qualche ballatona, c’è qualche coro gospel di troppo, ma nel complesso fila via tutto liscio ; da segnalare una grandissima cover di "Desperation", vecchio pezzo degli Steppenwolf ed una altrettanto bella e rocckata "Mr.Mudd and Mr.Gold" di Townes Van Zandt, altro grande misconosciuto che avrebbe meritato ben altra sorte.
Finalmente sono poi riuscito a procurarmi l’ultimo disco di R.L BURNSIDE : "A ass pocket of whiskey". Dagli occasionali ascolti che avevo carpito qua e là mi sembrava un gran bel disco, invece è quasi un capolavoro. Il vecchio Burnside, che, ricordiamolo viene dalla scuola di Robert Johnson e di Muddy Waters, trova nuova linfa in compagnia di quei pazzi della Jon Spencer Blues Explosion, che qui fanno i bravi scolaretti con il maestro, ma influenzano ugualmente alla grande il suono di tutto il disco ; ne esce un lavoro omogeneo dal suono eccitante che ti cattura dall’inizio alla fine con il suo ritmo ipnotico, come solo il grande blues sa fare ; forse questa è la nuova via del blues di domani, sicuramente è il disco che Jon Spencer e compagni avrebbere sempre voluto incidere da soli, senza riuscirci.
La strada opposta segue invece il bluesman per antonomasia : JOHN LEE HOOKER, che ha appena pubblicato "Don’t look back". Contrariamente a quanto recita il titolo Hooker, al passato ci guarda e come ; ricalcando un cliché che ormai segue da alcuni dischi, va a riprendere vecchi pezzi rilucidandoli magari in compagnia di qualche ospite eccellente e aggiungendo magari anche qualche nuova chicca. Non pensate comunque che il risultato sia scadente, e come potrebbe esserlo, con tutte le meraviglie che il nostro ha in repertorio, e così anche stavolta tutto gira per il meglio, grazie anche all’apporto dei Los Lobos e, soprattutto, di Van Morrison che duetta spesso con il vecchio John Lee, come nella splendida "Healing game", bellissimo pezzo che si erge su tutto il resto. C’è semmai da capire l’utilità di certe operazioni, almeno che non vogliamo disquisire sull’aspetto puramente commerciale, ed allora va a finire che vado sempre a riaprire quello scrigno delle meraviglie che è il quadruplo cofanetto "The boogie man", edito tempo fa dalla Charly e che contiene gli originali di tanti pezzi reincisi in questo come nei precedenti dischi, ed il mio cuore tutte le volte torna a palpitare di fronte a simili capolavori. Chi si cela dietro quegli occhiali scuri : solo il re del blues o il diavolo in persona ?
Volevo poi ritornare su due dischi che vi avevo già sinteticamente segnalato la volta scorsa tra le migliori uscite dello scorso anno, perché dopo averli assoporati per bene mi sembrano degni di due parole in più.
Il primo è "Millions now living will never die" dei TORTOISE, gruppo di Chicago dedito ad un suono difficilmente etichettabile se non lo avete mai sentito, subito riconoscibile dopo che li avete conosciuti. I pezzi, quasi sempre strumentali e molto lunghi si sviluppano su ritmi spesso ossessivi e sovrapposti sui quali si innestano suoni dalle mille sfaccettature : dub, hip-hop, funk, ma anche rock e jazz, ricordando a tratti certe sonorità progressive di antica memoria e catturando l’ascoltatore in una rete dalla quale difficilmente si riesce a liberarsi : veramente interessanti. Andate a (ri)scoprire anche il loro primo album, che forse ancora più di questo riesce a delineare le coordinate del loro suono ; vi assicuro che non ve ne pentirete.
Altrettanto difficile, se non li conoscete, è catalogare il suono degli EELS, che hanno esordito con l’interessante "Beatiful freak". Anche qui si fa ricorso a basi campionate, ritmi hip-hop, ma tutto risulta caldo e avvolgente ; le atmosfere sono in definitiva molto melodiche, strana e bella la voce del cantante E. Ascoltate e non potrete non apprezzare questo bel miscuglio.
Doveroso segnalare anche un bel disco uscito in Italia ; si perché "Dentro me" dei LA CRUS un bel disco lo è senza ombra di dubbio. Se vi piaceva Tenco, magari Piero Ciampi (qualcuno se lo ricorda con quella sua voce a tratti quasi insopportabile cantare canzoni tanto meravigliose ?), oppure vi piace Paolo Conte, o magari Morricone, ma anche Portishead o Young Gods ascoltate questo disco e capirete come è possibile che personaggi tanto diversi possano coesistere. Ancor meglio che nel primo album, infatti, i La Crus riescono a coniugare liriche nella miglior tradizione della canzone d’autore con ritmi e suoni spesso campionati ; ascoltate tutto con attenzione, apprezzate i bei testi, mai banali, assaporate il tutto e vi accorgerete che in fondo i La Crus non sono altro che degli inguaribili romanticoni.
Vorrei concludere con i NEGRITA, che hanno appena pubblicato il nuovo "XXX", ma devo confessare che sono quasi in difficoltà a parlarne. I Negrita sono a noi molto vicini, possiamo considerarli nostri amici ; di gruppi come loro abbiamo bisogno, ma di dischi come "XXX" no ; speriamo allora che il loro sia solo un brutto scivolone, facciamo finta che nulla sia successo e apettiamo fiduciosi il loro prossimo disco.
Ci sentiamo presto.
I ZIMBRA