PRIMO APPUNTAMENTO CON “PAROLE E MUSICA”: 

PABLO MAINETTI QUINTETO

“Parole e Musica”, per coloro che non sanno di cosa si tratti o ci leggono da fuori Siena, è una lodevole iniziativa che ormai da qualche anno vede l’Università degli Studi di Siena in qualità di organizzatrice di una rassegna di spettacoli riservati ai suoi studenti. Nel corso degli anni si sono succeduti concerti sia leggeri che classici,spettacoli teatrali,incontri con personaggi dello spettacolo; il tutto sempre con un alto livello qualitativo.

Scavando nei ricordi mi tornano in mente, ad esempio, il concertodegli Avion Travel; una trascinante serata con Vinicio Capossela in compagnia della Kocani Orkestar; i viaggi al Comunale di Firenze; un meraviglioso concerto di gospel in Duomo prima del Natale; o ancora gli spettacoli teatrali con i bravissimi Virtuosi di San Martino; i bellissimi monologhi di un Marco Paolini non ancora salito alla ribalta televisiva, o di Laura Curino e Marco Baliani; oppure le apparizioni dell’Arca Azzurra di Ugo Chiti. 

Proprio in occasione della messa in scena della “Clizia” nell’adattamento di Chiti l’Università ha iniziato poi ad alzare il tiro, passando da semplice organizzatrice di questi eventi, ad un ruolo ancora più impegnativo, con il coinvolgimento nella produzione stessa dello spettacolo. Dando tra l’altro anche la possibilità agli studenti di seguire la preparazione e l’allestimento della rappresentazione, con prove aperte ed incontri con il regista e gli attori.

Il passo successivo è stato quello di incoraggiare la messa in scena di spettacoli preparati dagli studenti stessi, con risultati, in alcuni casi, più che incoraggianti.

Adesso, dopo la formazione di un coro, si sta tentando di formare una vera e propria compagnia teatrale stabile tutta sempre formata da universitari. Visti i precedenti non resta che aspettare fiduciosi.

Intanto il primo spettacolo in cartellone quest’anno ha visto la sala di palazzo Chigi Saracini – la serata era organizzata in collaborazione con l’Accademia Musicale Chigiana -traboccante di giovani, accorsi per assistere al concerto del Pablo Mainetti Quinteto.

Artista non molto conosciuto dal grande pubblico, ma apprezzato dagli addetti ai lavori, Pablo Mainetti è un bravissimo musicista argentino. Proveniente da studi classici, è approdato al bandoneòn, di cui è divenuto uno dei più apprezzati solisti e si è specializzato in tango argentino. Ultimamente sta cominciando a raccogliere i frutti di tanto lavoro, con apprezzate apparizioni, oltrechè in sud america, anche in quei paesi europei che più sono in sintonia con questa musica, quali Spagna e Portogallo. Dopo un disco del 1996 con l’Orchestra da Camera del Teatro Lliure di Barcellona in cui intepretava il “Concerto para bandoneòn, orquestra de cuerdas y percussion” di Astor Piazzolla, sta adesso preparando il primo disco con il quintetto con il quale si è presentato a Siena. 

Disco in cui sarà ancora protagonista assoluto il tango argentino. Tango argentino che noi sovente siamo portati a vedere riduttivamente solo come musica da ballo. Invece per questa gente non è solo questo; ma come per i neri d’America il jazz, è un veicolo per esternare il proprio modo di essere, la propria cultura ed i propri sentimenti, di cui il ballo è parte integrante. Una musica sì languida e passionale, ma che talvolta riesce anche ad essere gioiosa ed estroversa. Come il jazz anche il tango è nato nei locali malfamati, in questo caso quelli dei ghetti di Buenos Aires, alla fine dell’800 e se è riuscito ad arrivare fino ai nostri giorni suonando ancora attuale è proprio per il suo carattere popolare ed il suo sapersi anche evolvere, assimilando via via influenze da altri suoni ed altri ritmi. Rispetto alla sua nascita, ad esempio, le composizioni sono adesso molto più aperte a digressioni ed assoli.

E di questo aspetto abbiamo avuto conferma anche nel corso del bel concerto di Mainetti; infatti tutti i solisti hanno avuto modo di mettersi più volte in luce nel corso dei pezzi intepretati.

Mainetti ha naturalmente reso omaggio ai grandi di questo genere,Piazzolla su tutti, con un viaggio a ritroso su questa bellissima musica. Si sbaglia però chi vede in lui solo un emulo di Piazzola stesso; infatti proprio durante la serata alla Chigiana con il suo quintetto, seppur penalizzato dall’improvvisa indisponibilità del violinista, Mainetti ha dimostrato di saper benissimo brillare di luce propria. Ed anche le composizioni scritte di proprio pugno ed eseguite alternate a quelle di altri maestri di tango, non sfiguravano nel confronto ed anzi dimostravano come Mainetti abbia saputo assimilare il significato profondo di questa musica.

Insomma, come al solito, un’altra serata riuscitissima. Un solo rammarico è riaffiorato come in altre occasioni: ma perché simili spettacoli non possono essere visti ed apprezzati anche da spettatori non universitari ? In una città come Siena, in cui l’offerta culturale è sempre più esigua –fatte le debite eccezioni come per la Chigiana stessa o per Siena Jazz- sono sicuro che spettacoli come quelli in cartellone in questa rassegna potrebbero avere il loro bel pubblico.

Non si potrebbe, magari con la collaborazione di altri enti cittadini, cercare di allargare la partecipazione a queste serate e rendere fruibili a tutti, seppure magari in serate separate, questi bellissimi e non convenzionali spettacoli ?

Ma forse qualcosa si sta muovendo; per uno dei prossimi appuntamenti, quello con il cubano Eliades Ochoa al Tendenza, visto che la capienza del luogo lo permette, sono stati messi in vendita un centinaio di biglietti a prezzo più che politico.

Per gli studenti universitari intanto appuntamento a lunedì 27 novembre al Teatro dei Rozzi con lo spettacolo teatrale “Acido Fenico”.

IZIMBRA

21/11/2000