ELIADES OCHOA Y CUARTETO PATRIA IN CONCERTO
Siena – Discoteca Tendenza: 4/12/2000
Sono ormai passati più di quattro anni da quando Ry Cooder intraprese il suo viaggio a Cuba, alla ricerca dell’ispirazione per un nuovo disco che svelasse la vera essenza della musica tradizionale cubana.
Ebbene, gli echi di quel viaggio ancora non si sono placati. Dopo “Buena Vista Social Club”, il progetto originario, continuano ad uscire dischi a ripetizione di tutti i protagonisti di quella straordinaria avventura, che da allora hanno potuto tornare a calcare i palcoscenici di mezzo mondo diffondendo il verbo della vera musica cubana.
Ormai sappiamo tutti come andò quella storia, anche grazie al bel film-documentario di Wim Wenders. Ry Cooder riuscì a scovare e portare in sala d’incisione alcuni dei migliori strumentisti dell’isola, che in alcuni casi avevano dovuto abbandonare del tutto lo strumento per sopravvivere.
Le note di quel disco, inciso nei vecchi storici studi Egrem di Cuba, invasero in breve il mondo intero, tanto il successo fu travolgente. Oltre un milione di copie vendute; riconoscimenti internazionali a ripetizione e, soprattutto, la rinascita artistica per questi fenomenali artisti, nonché un rilancio della vera musica tradizionale cubana.
Eliades Ochoa, insieme a Ruben Gonzalez, Compay Segundo e Ibrahim Ferrer costituiva l’ossatura di quel progetto a cui si unirono poi altri collaboratori più o meno sporadici, prima tra tutte la meravigliosa voce di Omara Portuondo.

Ochoa aveva iniziato ancora bambino a suonare la chitarra, imparata nelle strade di Santiago di Cuba. Già ad undici anni iniziò ad esibirsi in pubblico, per far parte prima del “Quintetto Oriental” e poi del “Septeto Tipico”. Nel 1978 poi la sua strada si incrocia con quella del “Cuarteto Patria”, storico gruppo formatosi addirittura nel 1939 e portavoce per antonomasia, nonostante l’alternarsi di vari componenti in formazione, della musica tradizionale cubana, del son in particolare. Animo semplice e grande amante della propria terra, nonostante le tante vicissitudini, solo poco tempo fa aveva dichiarato: “I cubani non hanno mai abbandonato la musica, nemmeno nei momenti peggiori. Io credo che ci siano dei popoli che hanno bisogno della musica per vivere e noi siamo uno di questi popoli. Poi noi a Santiago abbiamo i migliori ingredienti: un sole caldo, il miglior rhum e le migliori e seducenti donne mulatte. Si, a Santiago di Cuba abbiamo proprio tutto!” 

Ed eccolo allora Ochoa, con il suo tradizionale cappello da “cowboy campesino” presentarsi in gran forma sul palcoscenico della discoteca Tendenza di Siena, per il terzo appuntamento della rassegna “Parole & Musica” organizzata dalla locale università. E così uno dei templi della musica più frequentato da tutti quei giovani alla ricerca dei ritmi alla moda e delle ultime tendenze musicali, per una sera è stato invaso dai ritmi ben più antichi ma altrettanto contagiosi della musica tradizionale di questa meravigliosa isola. Come ha infatti subito precisato Ochoa all’inizio della sua esibizione, questa sera avremmo assistito ad una esibizione di “vera musica tradizionale cubana”.

Il fatto poi che il numeroso pubblico accorso si sia da subito dimostrato ben predisposto a lasciarsi trascinare dai ritmi dello storico gruppo ha fatto il resto. Ochoa, da consumato professionista, ha da parte sua tenuto bene in pugno la situazione, ben conoscendo quello che il pubblico (“mi grande familia” lo chiama lui) vuole. Ecco così alternarsi, ben dosati e alternati tra di loro, i pezzi più tradizionali del Quarteto Patria (come “Que sabroseao”) con quelli più nuovi scritti insieme ad Ochoa (“Sublime ilusion”, “Que humandad” o il triste bolero “My Magdalena”), fino agli immancabili tributi al progetto Buena Vista (con “Chan chan”, “Candela” e “El carretero”) ed a qualche straconosciuto classico cubano (come una “Guantanamera” cantata in coro da tutti i presenti). La protagonista assoluta è stata, naturalmente, la cristallina chitarra a 7 corde di Ochoa, che non ha lesinato di tanto in tanto virtuosismi vari; ma tutto il gruppo comunque ha ben supportato l’ormai designato leader. Dopo circa due ore di concerto, non prima di un brindisi con del buon Chianti con i più appassionati assiepati sotto il palco ed un breve bis, il concerto si è chiuso con una pacifica mini invasione di palco alla ricerca di foto ricordo. Tutti a casa felici e strasudati dal gran ballare. 

In definitiva insomma una splendida serata di musica e di profonda emozione, come spesso solo le cose semplici sanno dare.


 

IZIMBRA

5/12/2000