CONSIGLI PER GLI ACQUISTI
- Tutto ciò che c'è da ascoltare, riascoltare e acquistare nel "Pianeta Musica" -
E così siamo già arrivati alla fine dell'estate, basta viaggi, basta pelle bruciata dal sole e dal sale, è ora di lavare teli e costumi e di riporre sotto borotalco pinne e maschere (ma si userà ancora ?); scuole ed uffici si ripopolano, insomma si riparte col solito tran tran.
Fortunatamente, tra le tante cose negative che coincidono con la fine dell'estate, ce ne sono anche alcune positive, il mondo della cultura e dello spettacolo si risveglia dal torpore estivo e si toglie la sabbia di dosso. e così si può finalmente vedere qualche film nuovo e non le solite minestre riscaldate nelle scomodissime (anche se simpatiche) arene estive, nei negozi di dischi riappaiono nuove uscite, e speriamo non anche nuovi prezzi. Siamo già in trepida attesa per i nomi altisonanti che tra poco pubblicheranno i nuovi lavori: citiamo tra i tanti R.E.M., U2, John Mellencamp, John Fogerty in campo internazionale e Fabrizio De Andrè, Francesco De Gregori, Lucio Dalla, Battiato in campo italiano, e mi sembra che possa bastare.
Per il momento vediamo comunque quali sono state le ultime novità prima della pausa estiva.
Cominciamo da PATTI SMITH, che è di nuovo tra noi, anche se prima di avvicinarsi a questo nuovo disco è bene sgombrare il campo e soprattutto la mente da tutto quello che ha significato per tanti di noi e per il modo di vivere la musica in generale la Smith. Troppi anni sono ormai passati, troppe cose sono cambiate, e non sempre nel verso che avremmo voluto, sia per noi che per lei; la copertina ce la ritrae quasi impietosamente (o forse anche volutamente) con i capelli grigi ed i tratti appesantiti dall'età e dagli eventi della vita, molti degli uomini che le sono passati accanto durante la sua spendida avventura se sono andati per sempre (prima Robert Mapplethorpe, poi il fratello, e ultimamente il marito e musicista Fred Smith) e forse ormai più che alla ricerca di una impossibile rivoluzione la Smith va alla ricerca di una ancora più difficile pace interiore. Di tutto questo, nel disco, ne risente innanzitutto il suono, che si va sempre più allontanando dalla forma rock, mentre i testi mantengono ancora intatta tutta la loro natura poetica. Insomma disco di difficile qualificazione, forse controverso, diverso da come avremmo voluto, ma calzante a pennello con il presente, come tutti i suoi precedenti.
Dove invece mi sento di dover dare un giudizio non propriamente positivo è sul nuovo lavoro degli SCREAMING TREES. "Dust" ha avuto un parto travagliato, ci sono voluti quattro anni perchè uscisse il seguito di quel "Sweet Oblivion", che se aveva aperto le porte ad un pubblico più vasto aveva anche palesato le prime concessioni ad un suono più di maniera, meno incisivo e personale, che aveva reso grandi dischi come "Uncle Anasthesia" o "Buzz Factory". Ma se nel precedente si avevano solo delle avvisaglie, qui un pò tutto il disco non riesce a sollevarsi da una fastidiosa ricerca della normalità, che finisce per appiattire anche quei momenti in cui viene a galla il carattere degli Screaming Trees, con la spendida voce di Mark Lanegan a guidare ora furiose cavalcate hard ora splendide e pacate ballate psichedeliche.
Ottimo invece il nuovo lavoro dei DEAD CAN DANCE; chi ama le sonorità di questo anomalo duo della scena internazionale apprezzerà sicuramente l'immissione di sonorità world e africane, che movimentano un pò il loro nuovo "Spiritchaser"; intendiamoci: la musica rimane minimale e contemplativa e richiede un approccio forse particolare, ma se vi farete catturare da queste atmosfere son sicuro che correrete a ricercare anche le loro precedenti uscite, tra le quali si segnalano "Spleen an ideal" ed il live "Toward the within" (?).
Chi, come me, è rimasto folgorato da POPA CHUBBY ed il suo "Booty and the beast" avrà ancora di che gioire, è infatti stato pubblicato "The first cuts", che, come recita il titolo, è una ristampa dei primi pezzi di Chubby, registrati parte in studio e parte dal vivo. Il disco non aggiunge naturalmente niente di nuovo, ci dà però la possibilità ancora una volta di apprezzare l'enorme bravura, oltrechè stazza, di questo chitarrista con il blues nel cuore.
Ed a proposito di ristampe non vi fate sfuggire "Eight gigs a week", ottimo doppio CD con tutta la produzione dello SPENCER DAVIS GROUP, primo gruppo del bianco dal cuore nero Stevie Winwood; grandi pezzi (vi dicono nulla titoli come...?), grande musica, gran divertimento.
Doverosa segnalazione per l'ennesima uscita di NEIL YOUNG (ma a quanti dischi siamo?); "Broken arrow" vede il nostro di nuovo in compagnia dei Crazy Horses, che per me sono la sua spalla ideale, si apre con due pezzi alla Neil Young vecchia maniera, con tempi dilatati e furiosi assoli di chitarra, che fanno presagire grosse cose, poi pian piano il disco prende altre pieghe e lentamente si spegne, comunque un'ascoltatina se la merita, se non altro per gli otto minuti di...
In campo italiano mi sono accostato con curiosità a "Testa plastica", esordio plurincensato dei PROZAC+; sinceramente però il disco mi ha profondamente deluso, siamo di fronte ai soliti pezzi costruiti su due accordi (e sin qui niente di male, tanti pezzi che hanno fatto la storia del rock lo sono), sparati a mille all'ora, buoni forse per chi non ha vissuto l'era punk; dove i nostri si tradiscono del tutto è poi nei testi, alquanto leggeri e superficiali, e nel canto sciatto e infantile. Insomma, per dirla "alla Bennato": sono solo canzonette.
Curiosa operazione invece quella di FAUSTO LEALI, che rispolverando una moda in voga negli anni '60, costruisce un disco di cover con testi tradotti in italiano, anche se non in senso strettamente letterale. Il suo "Non solo blues" contiene 12 pezzi immortali della musica soul e rhythm & blues, con la sola eccezione di "Desperado" (ricordate gli Eagles?), rifatti alquanto bene; d'altronde la grande voce di Leali con questo repertorio va a nozze, anche se talvolta viene a galla "l'effetto Zucchero" (inteso come cantante e non come sostanza dolcificante); nel complesso un disco che si fa comunque ascoltare volentieri.
Per adesso è tutto, in attesa della scorpacciata di novità a cui accennavo all'inizio; ciao a tutti.
I ZIMBRA